9 maggio 2007

Mostri & Mostri

In questi giorni sembra che la stampa italiana sia tutta impegnata in una grande campagna a favore delle vittime. Giornali e TV ci raccontano di quanto siano poco considerate le vittime della criminalità e del terrorismo e di quanto sia disdicevole quel plateale invito al perdono pronunciato dal prete durante il funerale di Vanessa Russo.
Come si può chiedere il perdono ad una madre a cui è stata appena uccisa la figlia? Come poteva quella madre non invocare la massima pena per gli assassini e non urlare il suo totale rifiuto di perdonarli?
Certo, sul piano delle emozioni il prete potrebbe aver sbagliato e la madre della giovane vittima non può essere sottoposta ad alcun giudizio. Però credo che possiamo e dobbiamo giudicare il comportamento dei giornali.



I giornali hanno lanciato la notizia con il massimo clamore quando non era ancora un omicidio (26 aprile). La vittima era in ospedale. Era stata colpita in faccia dalla punta di un ombrello e a colpirla era stata un'altra ragazza nella metropolitana di Roma, probabilmente una ladruncola.
I giornali hanno dato la notizia della morte di Vanessa e hanno mostrato un video preso dalle telecamere di sicurezza della metropolitana in cui si riconoscono due giovanissime donne che sono diventate così ricercate speciali: le assassine rumene.

Una caccia nazional-popolare al criminale che non è mai stata fatta neanche per i condannati e per boss mafiosi e che si conclude a Tolentino, nelle Marche, dove le due vengono riconosciute e arrestate: sono prostitute, una è minorenne.

Il video ora viene trasmesso in TV oscurando il volto della minorenne come impone la legge a tutela dei minori. L'hanno scoperta solo adesso questa legge e serve ancora questa "tutela"?

Il magistrato si affretta a dichiarare ai giornalisti che l'accusa è di omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Ma siamo sicuri che c'erano davvero dei motivi, sia pure futili? siamo sicuri che le due avessero un movente per volere la morte di Vanessa? siamo sicuri che l'ombrello sia un'arma adatta all'omicidio?
No, è evidente che c'è ben poca logica in questo, ma un magistrato spiega che esiste il "dolo d'impeto". Lo stesso tipo di dolo che si potrebbe riconoscere nelle parole di chi accoglie in chiesa il Presidente della Regione Lazio gridandogli "vergognatevi! assassini!" Proprio perché dette nell'impeto emotivo in quelle parole nessuno vedrà una ingiuria perseguibile.

Dopo l'interrogatorio delle due rumene i magistrati Ormanni e Colaiocco affermano di non avere dubbi sulla volontarietà dell'omicidio. "E' stato sicuramente un omicidio con dolo d'impeto, senza un accordo pregresso e senza alcun contributo materiale della seconda ragazza. Abbiamo raccolto molte dichiarazioni testimoniali in questo senso".
Il dolo d'impeto è "la reazione voluta, sproporzionata ai fatti, di una persona instabile che ha agito con impeto e forza". Una definizione che non sembra equivalente a volontà di uccidere. E comunque sia, la seconda ragazza, la minorenne, sarebbe totalmente estranea a quel gesto e sicuramente non imputabile della morte di Vanessa. Se per l'altra si dimostrerà poi che il fatto è accaduto nell'ambito di una lite nella quale Vanessa aveva schiaffeggiato la rumena, come dice lei invocando una legittima difesa, più che di omicidio volontario aggravato si prospetterà l'omicidio preterintenzionale attenuato nei confronti della sola autrice del gesto.

Era dunque così mostruosa, come ci dicono gli opinionisti televisivi, quella richiesta di comprensione fatta dal prete davanti alle telecamere che avevano montato tanto inutile clamore? oppure era solo un doveroso tentativo di calmare gli animi?

Tuttavia sembra che questa stampa non si accontenta di organizzare la caccia al mostro nei confronti di una piccola prostituta che per la nostra legge meriterebbe di essere affidata a qualcuno prima di finire tra papponi e borseggiatori; sembra che non si accontenta di amplificare il comprensibile strazio delle vittime; ora se la deve prendere col prete che ha osato dire l'indicibile, ha osato parlare di perdono anziché lasciare aperta la via alla giusta vendetta.

E ora davanti alle notizie di oggi (8 maggio) dobbiamo chiederci perché quegli stessi giornali non trattano alla stessa maniera le tante vittime del lavoro; perché i magistrati non sanno immaginare una forma di dolo anche nel mancato rispetto di norme di sicurezza nei cantieri? perché non sbattono in prima pagina i mostri di Vico Del Gargano? perché i tre giovani che hanno avvicinato in discoteca una ragazza per poi sequestrarla, violentarla e colpirla con sette coltellate e, dopo averla abbandonata agonizzante, sono andati tranquillamente a dormire vengono indicati semplicemente come branco?
Stupro commesso da un branco. Quasi fosse solo un caso di bullismo anche se hanno 21 anni ciascuno, anche se erano già noti alle forze dell'ordine, anche se arrivano in discoteca armati di coltelli e sanno affondarli profondamente nel ventre e nella gola della ragazza prescelta, colpevole di essere attraente e di aver accettato per qualche minuto la loro compagnia.
Perché nessun magistrato viene ad annunciarci il capo d'accusa? perché nessun opinionista ci offre la sua indignazione? forse temono che la stampa possa poi mostrare la reazione delle madri italiane che arriveranno a difendere i loro bravi ragazzi? i figli coccolati che purtroppo qualche volta esagerano, ma che indubbiamente, loro sì, meritano un immediato perdono.