7 gennaio 2007

Bufale indelebili

La bufala è quella notizia che non corrisponde alla verità dei fatti o perché completamente inventata o perché distorce il fatto fino a darne una rappresentazione completamente diversa dalla realtà. Ma la bufala non è sempre una truffa costruita per ingannare o per trarre profitto dalla credulità popolare, infatti spesso essa corrisponde perfettamente alle aspettative e alle esigenze del pubblico. In questi casi la notizia-bufala diventa la prova evidente di qualcosa che il pubblico già conosce, ne rafforza le convinzioni, e allora non c'è nessuna smentita e nessuna prova contraria che possa smontare la bufala perché la maggior parte delle persone ne ha fatto una verità propria. La negazione in questi casi non può basarsi su un confronto logico tra i dati di fatto e le informazioni messe in circolazione, la negazione comporterebbe infatti una conversione interiore, una revisione di quelle convinzioni personali che aspettavano ansiosamente conferma.

Smontare la bufala è come strappare dalle mani di un bambino il giocattolo che gli è stato appena regalato.

Alcuni esempi: gli spinaci contengono molto ferro. Una bufala originata da un banale errore di trascrizione dei risultati di un'analisi, amplificata dal fatto che è una buona notizia quella di poter avere un valido potenziale di nutrimento da una banale verdura. Il falso è stato subito smentito, ma a tutti è piaciuto di più continuare a crederci e trovarne conferma anche nelle storielle di Bracciodiferro piuttosto che tornare a considerare gli spinaci una normale verdura. Il ferro è un buon argomento per le mamme che devono superare il frequente rifiuto dei figli per frutta e verdura e così la bufala va avanti da oltre mezzo secolo e nessuno potrà più smentirla.

Il leader sovietico Nikita Krusciov ha protestato nell'assemblea dell'ONU sbattendo una scarpa sul tavolo. Quando ho letto la ricostruzione di come fu costruito il falso non riuscivo a crederci perché ero convinto di aver visto il filmato che mostrava chiaramente quel fatto ed evidentemente anche dentro di me lo stereotipo di Krusciov come contadino rozzo, irruento e volgare era stato così ben confermato da quell'insolito gesto che ho fatto molta fatica a dover ammettere che Krusciov non l'hai compiuto e che probabilmente non era un uomo rozzo e volgare, ma solo un nemico da denigrare.

Alcune bufale si trasformano in autentiche leggende urbane come quella del vecchio film sugli antichi romani in cui si vedrebbe un moderno orologio al polso di una comparsa. Non è mai successo, quel film non esiste, ma niente ci descrive meglio di quella bufala un modo approssimativo e frettoloso di produrre i film "storici" nella cinecittà degli anni '60.

Poi ci sono le bufale costruite ad arte che, per quanto inverosimili, restano nella memoria collettiva: lo scandalo Telecom-Serbia basato sulle parole di un truffatore matricolato; Oscar Luigi Scalfaro che reagì giustamente ad una campagna diffamatoria scatenata contro di lui quando era Capo dello Stato e di cui oggi nessuno ricorda nulla, ma proprio la memoria della sua indignata reazione è rimasta nella memoria di tutti come conferma che aveva qualche colpa nascosta da coprire; la vicenda dell'avviso di garanzia notificato al premier nel pieno di una riunione del G8 a Napoli, smentita in ogni dettaglio, ma presente in modo eclatante nella nostra mente come le scarpe sul banco di Krusciov.

Ad un amico preoccupato dell'esistenza di una complicità ideologica, se non addirittura di un vero complotto ordito tra magistrati e forze politiche di sinistra provai a fornire l'elenco completo dei magistrati presenti in parlamento nella scorsa legislatura: 14 su 945, che non è un gran numero e di questi 14 ben 9 erano stati eletti con partiti di destra. Il suo sconcerto e quasi rifiuto di accettare quei dati facilmente controllabili mi fece capire che lui non era preoccupato della presunta anomalia, lui aveva bisogno di poter credere nel complotto, un bisogno profondo che sarebbe interessante analizzare.

Quindi anche la mezza bufala del ragazzo down pestato dai compagni e finito su internet resterà nella memoria collettiva. Ne ho avuto una riprova stamattina ascoltando su Rai1 il programma della brava Gigliola Cinquetti. Si parlava di "sesso, bugie e videotape", si parlava in generale della mania dei ragazzi di filmare con i telefonini scene di abusi, sconcezze, irriverenze e di farne oggetto di vanto. Un problema reale indotto da un diffuso malcostume e sicuramente non dalle scuole. Non si diceva nulla dell'episodio specifico del torinese, ma i fotogrammi di quel filmato erano sul fondo come icona terribile della violenza e dell'indifferenza scolastica ed è probabile che sia già un'icona indelebile, che una fiction improvvisata e distorta sarà la prova inconfutabile della pessima reputazione della scuola italiana.
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