10 giugno 2012

Caccia alle streghe

Ombre sul Giallo è un programma condotto da Franca Leosini. Stasera si parlava di Rignano Flaminio e, nonostante un titolo evocativo "La verità nascosta", era evidente lo sforzo della giornalista di mantenere una certa equidistanza tra accusa e difesa.

Per discutere del problema erano stati invitati il Prof. Guglielmo Gullotta e la dott.ssa Jacqueline Monica Magi. Non so cosa avranno pensato gli altri spettatori ma per me è stata la dimostrazione in diretta di come si genera e si afferma ragionevolmente una mostruosa caccia alle streghe.

Il prof. Gullotta ha spiegato con estrema chiarezza come si possono creare "fattoidi" attraverso le domande poste ai bambini con semplicità e perfetta buona fede. Per creare l'apparenza di un fatto mai accaduto non è necessario un bambino che mente o un adulto che abbia intenzione di condizionarlo . E' la modalità stessa del dialogo che può involontariamente creare il "fattoide" e fornire la conferma ai peggiori sospetti. Essendo tutto questo ben noto e sperimentalmente dimostrato occorre la massima prudenza quando si vuol cercare prove per una condanna. Non era difficile capire il ragionamento, tuttavia le spiegazioni e gli esempi del prof. Gullotta non riuscuvano a scalfire la granitica certezza del magistrato abituato a cercare e a trovare i colpevoli.

Il magistrato fondava le sue certezze su alcuni assunti: 1) i bambini non mentono perché non hanno moventi per mentire; 2) i bambini non hanno comportamenti sessualizzati se non in conseguenza di abusi subiti. E su questi assunti fondava ragionamenti basati su un vago buon senso: nessuna madre farebbe... i bambini non possono imparare un copione... il gesto che mio figlio non ha mai fatto nessun altro bambino lo potrebbe fare senza esservi stato indotto... ecc. Tutte approssimazioni e generalizzazioni piuttosto banali e ampiamente fallaci che poggiavano su assunti piuttosto inconsistenti. Alla fine il magistrato arrivava ad affermare, sulla base di acquisizioni di una scienza psicologica evidentemente ignota al prof. Gullotta, che tutti coloro che soffrono di anoressia o di bulimia sono stati vittime di abusi sessuali. Una conclusione abnorme che potrebbe essere normale in una discussione da bar, ma diventa spaventosa se detta da un magistrato con specifiche competenze nelle indagini che coinvolgono i bambini. E quello che spaventava di più era l'arroccamento di fronte alle ragioni e alle argomentazioni dello psicologo: "lei non ha fiducia della nostra categoria" o addirittura "io non ho sbagliato mai perché mi avvalgo dei migliori consulenti scientifici e dei migliori protocolli di indagine".

Per la mia formazione giuridica avrei dovuto sentirmi più vicino alle argomentazioni del magistrato che a quelle dello psicologo, invece in questo confronto ho potuto vedere quanta enorme distanza può esserci ancora oggi tra le certezze (soprattutto emotive) di un magistrato e la logica dubitativa di uno scienziato. Se poi accade che la giustizia, nella sua ansia inquisitoria, si avvale di procedimenti sostanzialmente autoreferenziali, pericolosamente approssimativi, e si trova anche supportata da un giornalismo che si nutre di allarmi sociali allora si crea una cultura da caccia alle streghe.

La trasmissione di stasera è stata una prova di quello che il prof. Gullotta ha scritto in un suo libro citato dalla stessa Leosini: "La giustizia crea il mostro che crede di combattere". Aggiungerei che la televisione lo porta sullo schermo e la scienza in questo campo sembra essere ancora nella condizione di Galileo Galilei.