23 dicembre 2010

Botte e arresti preventivi

Suscita particolare ribrezzo la violenza della polizia contro i cittadini. La polizia esiste per prestare un servizio ai cittadini, può usare la forza per proteggerli e per garantire i loro diritti, compreso il diritto di circolare liberamente per le strade e di manifestare nelle pubbliche piazze. Mai questa forza può ritorcersi contro il cittadino inerme, neanche nel caso di un cittadino che sbaglia. L'uso della forza può essere giustificato solo dalla necessità di difendere qualcuno o di contrastare una violenza.

Vedere la polizia che carica i manifestanti suscita lo stesso sdegno di un figlio che bastona i suoi anziani genitori. Un gesto talmente ripugnante da costringere gli agenti a farlo con una brutalità furiosa, necessaria ad offuscare la propria coscienza.




Chi assiste alla scena sente il bisogno di negare l'evidenza, si ingegna ad ipotizzare qualche giustificazione che possa attenuare il raccapriccio. Immagina una gravissima necessità o una difesa legittima. Dove non si vede alcuna vittima da difendere ipotizza la difesa di qualche astratto ordine da tutelare o peggio di qualche ipotetica disubbidienza da punire, dimenticando che la polizia non ha alcun potere di punire. Queste congetture quietano l'animo degli astanti e dei cittadini raggiunti dalla notizia, però trasformano il cittadino manganellato, pestato, ferito, arrestato e talvolta ucciso dalla polizia da vittima in un presunto delinquente causa del suo stesso male.

Dunque non sono le manganellate dei poliziotti a garantire l'ordine, bensì l'autoconvincimento dell'esistenza di una turbativa intollerabile che dev'esserci stata anche dove nessuno l'ha vista. Questo autoconvinvimento consente abusi spaventosi e conseguenti impunità. L'ordine pubblico sembra garantito proprio là dove è stato massimamente violato.

Per quietare le nostre coscienze diventano banditi i cittadini della Val di Susa, di Vicenza, di Chiaiano, di Terzigno e perfino i terremotati dell'Aquila.  Ieri i pastori sardi non sono riusciti neanche a scendere dal traghetto, non hanno neanche raggiunto il luogo per iniziare la loro manifestazione perché la polizia li ha caricati e costretti a risalire sulle imbarcazioni. L'art.21 non vale per i sardi.

L'abuso è evidente, difficile da nascondere, ma appare giustificato tanto da poter essere anche legalizzato. Infatti un uomo del Governo propone di autorizzare per legge gli arresti preventivi: fermare i facinorosi prima che agiscano, tanto si sa chi sono e si sa cosa vogliono. L'Italia inebetita tace.


In questo video di quarant'anni fa c'è uno sceriffo americano che risponde alle domande di Robert Kennedy con l'idea di "arresti preventivi". Il sorriso con cui Robert Kennedy risponde all'ottusa proposta dello sceriffo ci mostra quella "grande adulta sapienza liberale" dei democratici americani degli anni sessanta.